Con l’inizio della Quaresima Papa Francesco ha invitato anche la Chiesa tutta a prepararsi al Grande
Giubileo del 2025. Per farlo ha indetto questo 2024 come anno della preghiera, mettendo a disposizione
anche un sussidio dal titolo “Insegnaci a pregare” che possa accompagnare le persone nel cammino. Il
Giubileo è un tempo di perdono e riconciliazione che trova la sua origine più remota nella tradizione
ebraica (yobel), un tempo di riposo dei campi, di remissione dei debiti, di recupero dell’equilibrio personale
e sociale, e che, a partire dal 1300 per la Chiesa Cattolica, rappresenta un’occasione speciale per meditare
sul grande dono della misericordia divina e sull’importanza della conversione interiore.
Tutto è dono di Dio e il Giubileo “sospende” il tempo umano per riannodare i fili recisi con il Padre celeste, creatore della vita.
Si tratta di riscoprire, in un Anno Santo, anche quella che Papa Francesco ha rievocato come “cultura del creato” messa costantemente in discussione dalla “cultura dello scarto” che domina la logica funzionalista del mondo moderno. Fermarsi, per guardarsi dentro, per guardare in alto. Per riscoprirsi “umani”.
Il sussidio, ispirato dal magistero di Papa Francesco, intende essere uno strumento per accompagnare i
fedeli in vista dell’apertura della Porta Santa: «l’invito è quello di intensificare la preghiera come dialogo
personale con Dio, un invito che deve condurci a riflettere sulla nostra fede, sul nostro impegno nel mondo
di oggi, nei diversi ambiti in cui siamo chiamati a vivere, così che possa essere alimentato un rinnovato
ardore per l’Evangelizzazione dell’uomo moderno». Nell’Angelus del 21 gennaio Papa Francesco ha
spiegato questo tempo di preparazione al Giubileo come «un anno dedicato a riscoprire il grande valore e
l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo».
Papa Francesco nei suoi interventi domenicali all’Angelus e durante le catechesi del mercoledì incoraggia a
pregare con perseveranza, sottolineando come la preghiera, persino laddove il male sembra aver il
sopravvento, è in grado di cambiare tanto il cuore delle persone che interi contesti in cui sembra prevalere
l’odio e il conflitto. Ecco perché la preghiera è così importante, in particolare in vista del Giubileo; e anche
perché Francesco lo abbia precisato con un anno di anticipo…
L’augurio del Pontefice è che «attraverso la preghiera, potremo arrivare con un cuore pronto ad accogliere i
doni di grazia e di perdono che il Giubileo offrirà, in quanto espressione viva della nostra relazione con Dio.
Immergiamoci, dunque, con la preghiera in un dialogo continuo con il Creatore, scoprendo la gioia del
silenzio, la pace dell’abbandono e la forza dell’intercessione nella comunione dei santi».
Nella preghiera, infatti, è possibile riscoprire il senso della relazione con Dio ma non solo. Con i cari defunti che secondo la fede cristiana contemplano già il volto di Dio e che da un lato, attraverso la preghiera di suffragio, si vedono alleviati dalle loro fragilità terrene e dall’altro possono intercedere per i propri cari. Occorre dunque
coltivare la preghiera per allenarsi alla relazione con Dio e con gli altri, è questo il senso del sussidio
disponibile sul portale www.iubilaeum2025.va che presenta occasioni e forme di preghiera per ogni
momento della giornata, con sezioni dedicate alla preghiera nella comunità parrocchiale, in quella
familiare, e altre dedicate ai giovani, alle comunità claustrali, alla catechesi e ai ritiri spirituali.
Il 2024 sarà dunque una palestra nella quale allenarsi alla preghiera, per farsi trovare pronti all’appuntamento
dell’Anno Santo.
(c) Vito Rizzo 2024
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 3 marzo 2024]
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