Qualunque Papa eleggerà il Conclave lo farà nel segno di Maria. Del resto è lei a cui Gesù ha affidato la Chiesa nascente. Ce lo ricordano le sue parole rivolte a Giovanni e Maria sotto la croce «Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19, 26-27).
Uno dei titoli con cui si ricorda Maria è del resto quello di “Madre della Chiesa”, un altro è quello di “Regina degli Apostoli”, ed i due sono strettamente connessi. Si legano a Maria infatti anche i destini del successore di Pietro, primo tra gli apostoli: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16, 18). Una Chiesa che è sempre comunitaria, collegiale, in successione diretta dagli apostoli, come ci ricorda non solo il Credo («Credo una Chiesa, Santa, Apostolica, Cattolica»), ma anche la liturgia di questi giorni che, in assenza del Papa, nella preghiera eucaristica recita «Per questo sacrificio di riconciliazione, dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero. Conferma nella fede e nell’amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra: il nostro Vescovo ….., il collegio episcopale, tutto il clero e il popolo che tu hai redento». Anche con la Sede Vacante, pur non potendo nominare il Papa (che non c’è), la successione apostolica non è intaccata.
Il Conclave inizia il 7 maggio, l’8 maggio è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, il 13 maggio si ricorda la prima apparizione ai pastorelli di Fatima della Madonna, ma tutto il mese è interamente dedicato alla devozione mariana come profondamente si vive anche nelle nostre comunità.
Che il Conclave duri un giorno, una settimana o tre settimane il manto di Maria proteggerà comunque il magistero del nuovo Pontefice. Resta da capire quale forma di devozione porterà all’attenzione della Chiesa universale. Papa Francesco ci ha fatto scoprire la devozione a “Maria che scioglie i nodi”, si è legato profondamente all’icona di Maria Salus populi romani e ha deciso di farsi seppellire proprio nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove la stessa è custodita. Prima di lui Benedetto XVI, nato nel giorno in cui morì santa Bernadette Soubirous, da cui ha sempre tratto ispirazione, era profondamente legato alla Madonna di Lourdes. Si racconta che non c’è stato pomeriggio in cui Ratzinger, avendone la possibilità, non sia andato a pregare davanti alla grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani. Il fine teologo non ha mai mancato di sottolineare come la devozione mariana sia uno dei principali canali per portarci a capire ed amare il suo figlio Gesù. Giovanni Paolo II, profondamente legato alla Madonna nera di di Częstochowa scelse come motto apostolico un eloquente “Totus tuus”, che deriva da una preghiera di consacrazione a Maria di San Luigi Maria Grignion de Montfort. Il motto completo della preghiera è “Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt“, che significa “Sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio è tuo”. Come ricordano tutti, poi, il 13 maggio del 1981 dalla folla di Piazza San Pietro partirono dei colpi di pistola diretti verso il papa, ma come sottolineava lo stesso Karol Wojtyla «Una mano ha sparato, un’altra mano ha deviato la pallottola», una pallottola che ora è incastonata nella corona della Madonna di Fatima che si celebrava proprio quel giorno.
Totus tuus. Il totopapa non ci appassiona. Lo Spirito Santo saprà guidare la scelta meglio dei gossip o delle indiscrezioni della stampa. Abbiamo una sola certezza, il nuovo papa, come i suoi predecessori, sarà benedetto dall’abbraccio di Maria.
(c) Vito Rizzo 2025
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 4 maggio 2025]
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