Se Papa Francesco ha avuto la capacità di rivoluzionare il linguaggio pastorale delle Chiesa, Papa Leone XIV – a giudicare da queste prime battute d’esordio – sembra voler andare oltre. Con uno stile semplice, tenero, affabile, eppur rigoroso, ci mostra la naturalezza con cui si può tornare alla genuinità del Vangelo. Lo ha fatto richiamando da subito il primato dell’amore, lo ha ripreso, prendendo possesso della sede di San Giovanni in Laterano quale Vescovo di Roma, lasciandoci assaporare il gusto dell’umiltà nel servizio.
Innanzitutto mettendosi in ascolto; della Parola e dello Spirito, in un dinamismo continuo e costante che alimentava i protagonisti delle Sacre Scritture e che invita noi, oggi, a fare altrettanto. A lasciarci guidare dallo Spirito sia nell’ascolto che nell’azione.
Riprendendo il passo degli Atti degli Apostoli che narra le prime difficoltà di dialogo delle comunità cristiane delle origini con il “mondo esterno”, Papa Leone ha sottolineato come «Non è stato un processo facile: ha richiesto tanta pazienza e ascolto reciproco; ciò è avvenuto anzitutto all’interno della comunità di Antiochia, dove i fratelli, dialogando – anche discutendo – sono arrivati a definire insieme la questione. Poi però Paolo e Barnaba sono saliti a Gerusalemme. Non hanno deciso per conto loro: hanno cercato la comunione con la Chiesa madre e vi si sono recati con umiltà». Con umiltà!
Diventa questa la cifra della quale il Papa sembra voler investire nuovamente la Chiesa.
Un dialogo continuo e costante, con l’esterno e all’interno e poi ancora all’esterno e poi ancora all’interno. Accogliere, ascoltare, dialogare per crescere insieme, per ascoltare, ciascuno e insieme, la voce dello Spirito. Lo sottolinea Papa Leone nel secondo passaggio cruciale della sua omelia, richiamando le parole che la comunità di Gerusalemme rivolge, per lettera, ai convertiti di Antiochia per comunicare loro le decisioni prese: «Essi scrivono: “È parso bene […] allo Spirito Santo e a noi” (cfr At 15,28). Sottolineano, cioè, che nell’intera vicenda l’ascolto più importante, che ha reso possibile tutto il resto, è stato quello della voce di Dio. Ci ricordano, così, che la comunione si costruisce prima di tutto “in ginocchio”, nella preghiera e in un continuo impegno di conversione. Solo in tale tensione, infatti, ciascuno può sentire in sé la voce dello Spirito che grida: “Abbà! Padre!” (Gal 4,6) e di conseguenza ascoltare e comprendere gli altri come fratelli.
È questa la dinamica biblica che, non soltanto come Chiesa, ma ciascuno nella propria vita, è chiamato a riscoprire. È un processo di “umiliazione” rivolto a sé stessi e non agli altri. È la dimensione che ci mostra il senso più profondo del termine: farsi umili, riconoscersi umili. Farsi umili e non umiliare, la differenza passa proprio da qui.
Tocca il cuore sentire quindi il Papa, il Romano Pontefice, darsi un compito pastorale importante e impegnativo: mettersi in ascolto «per quanto mi sarà possibile» (ancora una delicata umiltà) «per apprendere, comprendere e decidere insieme».
Aprirsi all’azione dello Spirito Santo passa proprio dalla capacità di spogliarsi di ogni forma di presunzione, di pregiudizio, di arroganza. Di accogliere l’altro, di mettersi in ascolto dell’altro, di lasciarsi guidare dall’incontro con l’altro, dal dialogo che interroga in profondità il nostro cuore, per lasciare operare lo Spirito e aprire sentieri di speranza, per la Chiesa e per l’umanità.
Così come Madre Teresa di Calcutta amava definirsi una semplice «matita nelle mani di Dio», allo stesso modo Papa Leone XIV ha voluto richiamare la più grande delle consapevolezze cristiane nella formula tramandata da San Leone Magno: «Tutto il bene da noi compiuto nello svolgimento del nostro ministero è opera di Cristo; e non di noi, che non possiamo nulla senza di lui».
Quanta umiltà servirebbe tanto nella Chiesa quanto tra i potenti del mondo. Ma non basta: è un esame di coscienza che dovremmo imparare a fare più spesso anche noi…
(c) Vito Rizzo 2025
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno dell’1 giugno 2025]
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