LE DIECI “REGOLE DI VITA” DELLE FAMIGLIE NUMEROSE

Nelle ultime settimane la questione dell’inverno demografico sembra finalmente entrata con forza nel dibattito pubblico e, prima ancora del Forum delle Famiglie di questi giorni, un segnale importante è giunto dall’Assemblea Nazionale delle Famiglie Numerose che si è svolta dal 29 ottobre al 1 novembre a Marina di Ascea in provincia di Salerno. Un appuntamento speciale quello vissuto ad Ascea perché coincide con i 18 anni dell’associazione, una data quindi da festeggiare come una tappa di maturità per quanti portano avanti il peso e la gioia di una famiglia “larga”. Negli anni ’60 le famiglie numerose erano più di tre milioni, oggi sono meno di 129mila. Ci sarebbe tanto da parlare dell’assenza di politiche economiche di sostegno a questa scelta coraggiosa, dell’assenza di una battaglia culturale a favore della famiglia, dell’assenza di agevolazioni adeguate quasi che questi temerari non rappresentino invece un segnale di speranza per l’intera società. Riprendendo le parole del presidente della CEI Matteo Zuppi, non bastano i “bonus” serve perseguire il “bonum”, non provvedimenti spot ma una visione di lungo respiro. Ed è ora che dia risalto al bene umano e sociale che concretamente costruiscono ogni giorno le famiglie numerose.

Confesso di essere di parte. Sono il quinto di cinque figli e ringrazio ogni giorno il Signore per il fatto che i miei genitori non si siano fermati “prima”. Già allora, negli anni ’70, per usare le parole di mio padre, la famiglia numerosa era una scelta “bella ma non consigliabile”. Oggi le coppie si accontentano di uno, al massimo due figli, alcune di zero… Troppo impegnativa la responsabilità di una famiglia “tradizionale”.

Eppure ci sono almeno dieci cose che si possono più facilmente comprendere facendo parte di una famiglia numerosa, un patrimonio umano che viene messo a servizio della società.

Primo: parafrasando John Donne, nel verso reso celebre da Thomas Merton ed Ernest Hemingway, “nessun uomo è un’isola”, eppure nella società di oggi siamo sempre più spesso portati a crederlo, ma la famiglia numerosa ci insegna sin da subito che essere parte di un arcipelago è di gran lunga più bello.

Secondo: inutile nascondersi, come direbbe Lorenzo Jovanotti, “io lo so che non sono solo, anche quando sono solo”, la bellezza tra fratelli e sorelle è sapere di “esserci”. A volte ingombranti, ma mai assenti.

Terzo: ad Antoine-Laurent de Lavoisier lo avrà insegnato sicuramente la mamma, “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”; in una famiglia numerosa è una massima di vita. Ripenso spesso ai biscotti del “pacco famiglia” che dopo un po’ di tempo, se non consumati, non si buttavano di certo ma diventavano l’ingrediente principale del salame di cioccolato. Per non parlare delle ricette multiuso del pane raffermo…

Quarto: “ogni maglia è nuova se è la prima volta che la indossi”. Altro che corsa alla marca e allo shopping, nella scala della crescita indossare i vestiti del fratellino maggiore è la medaglia da ostentare in petto per sentirsi già grandi. Quante mode inutili si possono evitare…

Quinto: bluffare non serve, c’è sempre qualcuno che ti riporta alla realtà. Benjamin Franklin avrebbe chiosato “Ben fatto è meglio che ben detto”; in una famiglia numerosa lo si impara molto presto.

Sesto: “Solo originali, nessuno è fotocopia”. Pur essendo figlio unico il beato Carlo Acutis aveva intuito fosse questa una via di santità. In una famiglia numerosa si sperimenta la bellezza di tanti “originali” che suonano, a volte stonando, nella stessa orchestra della vita. Ma anche queste note, in fondo, fanno colore.

Settimo: in una famiglia numerosa si impara sin da subito l’arte nobile del compromesso, anche soltanto per guardare la TV. Come amava ripetere il politico francese Aristide Briand “Un compromesso è perfetto quando tutti sono scontenti”; da bambino quanti cartoni animati mi sono perso…

Ottavo: non solo per i genitori ma anche per i figli vale la regola d’oro di Samuel Beckett “Hai provato? Hai fallito? Non importa. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio”. Imparare a “sbagliare bene”, e a osservare, imparando, dagli sbagli degli altri arricchisce il bagaglio di esperienza di ogni singolo componente. Condividere le vite degli altri è anche fare esperienza precoce della propria vita.

Nono: è impegnativo, ma ne vale la pena, perché come diceva il visionario inglese John Ruskin “Il migliore riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che se ne ricava, ma ciò che si diventa grazie ad essa”. In una famiglia numerosa si diventa migliori.

Decimo: “Dio esiste, ma non sei tu”. In una famiglia numerosa c’è la prova di entrambe le verità. Assaporare ogni giorno la bellezza della vita è la prova della prima evidenza, capire che non si può pretendere di essere in via esclusiva il centro del mondo, è la seconda, forse non meno importante.

Sono dieci piccole lezioni di vita; in una famiglia numerosa s’imparano prima.

(c) Vito Rizzo 2023

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