Un milione; forse qualche migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia… in più. Sono i giovani che da ogni parte del mondo si sono riuniti a Roma per celebrare il Giubileo dei Giovani. Un anticipo della tradizionale GMG (la Giornata Mondiale della Gioventù) che, dopo Lisbona lo scorso anno, si svolgerà in Corea del Sud nel 2027. Ma il Giubileo andava celebrato con un appuntamento “dedicato” e della GMG si conservano per intero i colori, i sorrisi, i canti, l’entusiasmo. Tor Vergata ha ospitato anche questa volta, dopo il Giubileo del 2000, l’oceano di testimoni gioiosi e chiassosi che vogliono urlare al mondo che la Speranza, quella vera, ha un nome e un volto, quello di Gesù.
Non sono ragazzi fuori dal mondo ma pienamente impastati nel mondo; anzi sono tra quelli che meno si rassegnano a un mondo in cui sembra andare tutto storto: le guerre, il dolore, i bambini assassinati, le ingiustizie, i soprusi, gli abusi. Questi giovani non si rassegnano perché sanno coltivare nel loro cuore la Speranza, sanno che il “destino” non è già scritto ma che ciascuno di loro può essere determinante, nel suo ambiente, per cambiare l’ordine delle cose. Originali, non fotocopie. Ma insieme, in un puzzle variopinto che dà l’idea della bellezza delle differenze e della complessità.
Era previsto che ci fosse oggi la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati, rinviata – insieme a Carlo Acutis – al 7 settembre. Ma questi due giovani testimoni sono iperpresenti nella vita, nell’esperienza, nei sogni, nella fede dei giovani della generazione Z.
L’oceano di volti che hanno sfidato la fatica per esserci, più che a un concerto di Taylor Swift, più che ha una finale di Champions League o del SuperBowl. Questi sono i numeri “reali”. Un oceano di fede, un oceano di speranza che dovrebbe invadere i nostri TG, i nostri giornali, gli algoritmi dei nostri social. Dovrebbe. Ma a quanto pare si decide che il bene, il bello, la gioia, la speranza non debbano fare troppo notizia.
Eppure proprio questi sono l’unico rimedio all’orrore. È la risposta più forte che si può dare al dramma della guerra, al genocidio di Gaza, ai genocidi “anonimi” dell’Africa o dell’estremo oriente. Solo il bene può arginare il male che attanaglia il mondo, solo il bello può surclassare le brutture prodotte dai potenti del mondo, solo la Speranza può alimentare la Pace.
Nell’accogliere i giovani a Piazza San Pietro nella giornata inaugurale del loro Giubileo Papa Leone XIV ha voluto sottolineare come ciascuno di loro si stia facendo interprete delle parole di Gesù: «Voi siete il sale della terra […]. Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,13-14).
Ed ancora il Papa ha ribadito come «il mondo ha bisogno di messaggi di speranza» e che proprio loro “sono” questo messaggio e hanno il compito di «dare speranza a tutti».
Tutti accomunati da un unico desiderio che la piazza ha gridato a gran voce “Vogliamo la pace nel mondo!”.
I giovani di Tor Vergata sono, come aveva auspicato già 25 anni fa San Giovanni Paolo II, ancora una volta e sempre di più le sentinelle di un’umanità che non si rassegna.
(c) Vito Rizzo 2025
[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 3 agosto 2025]
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