LA STRAZIANTE PREGHIERA PER LA PACE

L’elenco interminabile dei nomi dei 12.227 bambini morti in Terra Santa dal 7 ottobre 2023 al 15 luglio è stato letto a Marzabotto, luogo dove nel 1944 si è consumato il più grave massacro di civili della Seconda guerra mondiale per mano dei nazifascisti: 7 giorni di rastrellamento, 770 vittime inermi di cui 216 bambini, 142 anziani, 316 donne. In questo luogo simbolico il Cardinale Matteo Maria Zuppi, su iniziativa della Piccola famiglia dell’Annunziata, la comunità monastica fondata da Giuseppe Dossetti, ha dato inizio alla lettura di un elenco lungo 469 pagine, con i nomi e l’età di 16 bambini israeliani e di 12.211 bambini palestinesi morti durante questo straziante genocidio. Ore e ore di nomi, di età, di vite stroncate a causa dell’odio. Come ha chiarito Don Matteo «Ogni nome di bambini uccisi è una richiesta a Dio, ma anche agli uomini, perché li ascoltiamo, ci lasciamo toccare dall’ingiustizia che ha travolto la loro fragilità. La loro morte, di tutti loro e di ognuno, susciti le lacrime di commozione e le scelte finalmente lungimiranti di pace e non tragicamente opportunistiche. Non c’è classifica nel dolore. Siamo qui per chiedere che nella Terra Santa ogni persona, a cominciare dai più piccoli, non perda la sua vita per colpa di suo fratello».

Ancora una volta la Chiesa è in prima linea per denunciare l’orrore. Papa Francesco è stato il primo ad avere il coraggio di parlare di un possibile genocidio in atto. Il suo successore, papa Leone XIV, ha avuto il coraggio di denunciare già nella messa di inizio pontificato che nella Striscia di Gaza «i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame».  Un appello a una pace disarmata e disarmante che è l’unico rimedio all’escalation dell’odio e ai disegni criminali di un governo israeliano e dei terroristi di Hamas sempre più distanti dall’umanità e dalla storia. Il gesto simbolico e lacerante del cardinale Zuppi vuole essere un monito per le nostre coscienze, al pari della preghiera silenziosa di Papa Francesco a Piazza San Pietro durante il Covid. Un gesto evocativo di una urgenza di fraternità che può indirizzare il corso della storia: «Ecco perché oggi, con tanto disorientamento nel cuore, siamo qui, per scendere nell’abisso di questa disperazione, per comprenderne le responsabilità, per trasformare i segni dei tempi in segni di speranza, per chiedere che non perdano la vita altri innocenti. Davanti a questo orizzonte largo e spirituale, sentiamo necessario liberarci dai chiacchiericci pieni di vanità e di insolente superficialità, dalle polarizzazioni ignoranti, interessate e presuntuose, dalle pavidità colpevoli, dagli odi e dalle parole che coltivano rancore e vendetta, da letture politiche interessate e meschine che offendono e deformano la verità, dalle enfasi nazionalistiche che tradiscono l’esigenza di fratellanza, di fratellanza universale e di rispetto sacro per ogni persona».

Se i governi del mondo sapessero far proprie queste parole si potrebbero costringere i carnefici a mettere la parola fine alle loro azioni: «Non uccidere! Non uccidere! Ascoltiamo anche noi gli angeli di questi piccoli la cui sofferenza è portata a Dio. Ogni bambino è innocente. “I figli degli assassini non sono assassini, sono bambini”, ricordava Wiesel».

Come ha tenuto a chiarire Don Matteo «Ogni persona è un nome, il suo e nostro nome! Oggi li ricordiamo perché nessuno può essere mai un numero, una statistica! Per questo pronunceremo uno ad uno i loro nomi ad iniziare dagli uccisi il 7 ottobre dalla follia omicida di Hamas, dalla quale bisogna prendere le distanze, come da qualsiasi ideologia o calcolo che riduce l’altro a un oggetto, a qualcosa di residuale, a un nemico. Essi chiedono di impegnarci tutti a trovare o perseguire con più intelligenza e passione la via della pace, iniziando dal cessate il fuoco e da offrire le condizioni per farlo, dalla liberazione degli ostaggi al non prendere in ostaggio un intero popolo».

Artigiani di pace è il compito che spetta a ciascuno di noi. Nessuno escluso.

(c) Vito Rizzo 2025

[Articolo pubblicato sul quotidiano Le Cronache di Salerno del 17 agosto 2025]

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